Caso Clinico: paziente con protesi mobile e canino incluso
Il paziente che non viveva in Italia, ma in Africa, si era presentato alla nostra osservazione con delle vecchie corone sull’arcata superiore. A queste corone, molto usurate, era ancorata una protesi mobile.
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Pianificazione e intervento
A livello dell’arcata inferiore aveva dei denti residui, 2 incisivi e 2 molari. La richiesta del paziente era di avere i denti fissi su impianti in entrambe le arcate per potere migliorare la funzionalità masticatoria e l’estetica del suo sorriso.
E’ stata inizialmente trattata la regione mandibolare con un intervento in carico immediato post estrattivo sono stati posizionati 5 impianti dentali e caricati con una protesi provvisoria fissa nel giro di 24 ore. Per i suoi impegni lavorativi il paziente è ritornato subito in Africa con questa riabilitazione dell’arcata inferiore.
La soddisfazione del paziente per l’esito dell’intervento era tale da decidere di intervenire anche sull’arcata superiore e, nella sua successiva venuta in Italia, a distanza di due anni circa, aveva chiesto nuovamente una visita presso la nostra Clinica.
Il caso complesso
Dalla panoramica effettuata al paziente ci siamo resi conto che la situazione nell’arcata superiore era molto complessa. Oltre al problema delle vecchie corone, si è evidenziata la presenza di un canino incluso. La posizione del canino incluso, orizzontale, complicava ulteriormente il caso perché, una volta rimosso il canino, si sarebbe presentata una grossa lacuna ossea.
La posizione di questo dente incluso occupava uno spazio che andava dall’incisivo centrale ai margini del seno mascellare. Oltre a riempire la lacuna ossea con un eventuale innesto osseo, un intervento tradizionale avrebbe probabilmente previsto anche un rialzo del seno mascellare.
Il paziente, vivendo all’estero, non voleva affrontare interventi molteplici e laboriosi ed abbiamo cosi valutato, dopo aver fatto una TAC, la possibilità di un trattamento chirurgico alternativo di pari efficacia ma molto più rapido.
Tutte le fasi dell’intervento
Al paziente, in sedazione cosciente, è stato rimosso il canino incluso. Nella porzione apicale del sito post estrattivo del canino, che era di notevoli dimensioni, si è trovato dell’osso residuo che si poteva sfruttare per ancorare un eventuale impianto.
Abbiamo quindi inserito in questa lacuna ossea”post-estrattiva” un impianto che aveva comunque una sufficiente stabilità. La lacuna ossea post-estrattiva è stata colmata con del biomateriale.
Abbiamo poi estratto i denti residui (che supportavano le vecchie corone) e posizionato 3 impianti seguendo un protocollo di chirurgia non invasiva. Infine nel settore posteriore destro edentulo abbiamo posizionato altri 2 impianti, seguendo sempre un protocollo non invasivo.
La scelta della riabilitazione protesica
Il giorno seguente l’intervento il paziente, che non aveva riferito nessun tipo di problema post-operatorio, tipo edema o dolore, è stato riabilitato con un provvisorio fisso avvitato sugli impianti. La riabilitazione protesica definitiva è stata consegnata dopo circa un anno.
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