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Caso Clinico di Roberta

Caso Clinico di Roberta

Roberta, inviata da un collega odontoiatra di Torino, si era presentata alla nostra osservazione con una situazione clinica piuttosto complessa.

Nell’arcata superiore presentava ancora dei denti residui, che dovevano essere estratti. I premolari, i canini e gli incisivi centrali erano gravemente compromessi, a causa della parodontite (piorrea).

Diagnosi

Mancavano i molari nell’arcata superiore destra, quelli di sinistra erano irrimediabilmente compromessi. La radiografia evidenziava inoltre la presenza di un canino incluso. Era poi necessaria una riabilitazione anche dell’arcata inferiore (mandibolare) dove, tempo addietro, era stato precedentemente posizionato un impianto. Anche nella zona premolare inferiore vi era un dente incluso.

caso prima
opt prima

In precedenza, la paziente aveva richiesto dei consulti odontoiatrici a Torino ed in Piemonte che prospettavano, per la eventuale riabilitazione del suo caso, molteplici interventi per l’arcata superiore. Consultando il nostro sito ed il nostro blog aveva infine prenotato una visita; presso la nostra Clinica.

Canino incluso e piorrea: il caso di Roberta

Il principale problema nell’arcata superiore era rappresentato dalla presenza di un canino incluso di dimensioni notevoli che, una volta rimosso, avrebbe lasciato una lacuna ossea davvero critica per potere garantire il posizionamento di un impianto.

Tecnologia Computer Guidata

Si è cosi deciso di intervenire inizialmente sull’arcata superiore. Ci si è avvalsi di un software dedicato che, creando una visualizzazione tridimensionale della TAC Cone Beam fatta alla paziente, ci ha permesso di pianificare sul computer l’intervento.

E’ stata elaborata, tramite il software dedicato, una mascherina chirurgica per potere sfruttare, per il posizionamento degli impianti, le zone di osso residuo più favorevoli.

Le fasi dell’intervento di Roberta

a) Riabilitazione dell’arcata superiore

Alla paziente, in sedazione cosciente, sono stati estratti i denti residui; e nelle zone dove sono stati estratti i denti sono stati inseriti 4 impianti dentali. Utilizzando la mascherina chirurgica siamo riusciti, oltre che a sfruttare al meglio l’osso residuo, a ridurre l’invasività chirurgica. Nella porzione apicale del sito post-estrattivo del canino incluso si è trovato un minimo di osso residuo da sfruttare per ancorare un impianto.

Abbiamo quindi provveduto ad inserire in questa lacuna ossea un impianto. Tale impianto, tuttavia, non garantiva subito una sufficiente stabilità per un carico immediato (cioè per poterci avvitare nel giro di 24 ore la protesi). Per questa ragione, si è perciò deciso di sommergere l’impianto e non utilizzarlo se non dopo i tempi necessari al processo di osteointegrazione. La vasta lacuna ossea dove vi era il canino incluso è stata colmata con del biomateriale.

Tuttavia, nel complesso, 4 dei 5 impianti posizionati garantivano una buona stabilità e si sono potuti caricare immediatamente (carico immediato). Questo ci ha perciò permesso di consegnare alla paziente nel giro di 24 ore un provvisorio superiore con 10 denti. Dopo 6 mesi l’impianto inserito nella zona del canino incluso si era perfettamente osteointegrato. Quest’ultimo, che usciva nella zona del secondo premolare, è stato collegato direttamente al resto del provvisorio.

b) Riabilitazione dell’arcata inferiore

Nella zona mandibolare vi era un altro dente incluso un premolare. Si è notato, dalla TAC Cone Beam della paziente, che la posizione di questo dente incluso era in stretta corrispondenza dell’emergenza del nervo mentoniero, per cui è parsa azzardata e pericolosa una sua eventuale rimozione. La soluzione migliore era quella di bypassarlo e lasciarlo in sede. Posteriormente al dente incluso, si è trovato dell’osso dove inserire un impianto.

La paziente è stata riabilitata nell’arcata inferiore, nel giro di 24 ore, con un provvisorio fisso avvitato su 4 impianti distribuiti nell’area dei canini e dei molari. L’impianto che la paziente aveva in precedenza, non è stato sfruttato, in quanto in una posizione ininfluente e strategicamente non utile.

Riabilitazione definitiva

Le protesi definitive, sia dell’arcata superiore che inferiore, sono state consegnate nell’arco di 12 mesi.

Roberta era molto soddisfatta per avere risolto con un solo un intervento la sua situazione nell’arcata superiore. Non dimentichiamo che era stata definita estremamente complessa e che, secondo il parere dei dentisti consultati, avrebbe richiesto interventi plurimi con eventuali innesti ossei.

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caso prima
definitivi
sorriso della paziente con la riabilitazione definitiva
sorriso

Vorremmo sottolineare che questa paziente è stata trattata 15 anni fa. Allora per quel che riguarda l’implantologia digitale non disponevamo di uno strumento di implantologia guidata dinamica (X-Guide), per cui dopo la pianificazione sul computer posizionavamo gli impianti con utilizzo di mascherine chirurgiche seguendo il protocollo della chirurgia guidata statica.

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