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Caso clinico di Laura

Caso clinico di Laura

La paziente di 58 anni giunta alla nostra osservazione soffriva da anni di parodontite in fase avanzata (che popolarmente ancora oggi viene chiamata piorrea) sull’arcata superiore.

Descrizione del paziente

La malattia aveva causato mobilità dei denti con spostamento degli stessi nel settore frontale. Inoltre, quando sorrideva, si notavano in modo evidente i bordi scuri intorno alle corone dentali. La paziente riferiva di avere negli ultimi tempi la sensazione di un ”formicolio all’interno della gengiva” e di sentire sempre uno sgradevole sapore in bocca.

 la panoramica iniziale di laura

La panoramica iniziale

La paziente, che conviveva da circa 20 anni con la parodontite non aveva mai interrotto le terapie parodontali; si presentava con puntualità alle sedute di igiene professionale, eseguendo 2 volte all’anno l’ablazione del tartaro (detartrasi). La signora ci ha riferito che il suo dentista le aveva anche ricoperto i denti compromessi con delle corone in ceramica, asserendo che in questo modo la parodontite sarebbe migliorata.

Tutte le cure (corrette o meno) che la paziente aveva affrontato con scrupolo e con costanza non avevano però sortito l’effetto sperato; la sua parodontite era ormai giunta ad uno stadio molto avanzato. Non volendo arrendersi alla soluzione della protesi mobile (dentiera) la paziente aveva deciso di risolvere definitivamente il suo problema estetico e funzionale con l’implantologia dentale ed aveva prenotato una visita presso la nostra Clinica.

La parodontite è una malattia del tessuto di supporto dei denti (di cui anche l’osso è una componente) la cui evoluzione estrema, che porta alla perdita dei denti, si può ritardare. Non esiste però, in realtà, un trattamento che porti alla risoluzione definitiva della malattia stessa.

Questa malattia si può arrestare ma, in certe situazioni avanzate, soprattutto con un paziente poco collaborativo (nel senso che non rispetta le pratiche di igiene orale quotidiana e le sedute di igiene professionale), basta una minima presenza di placca batterica per farla nuovamente progredire.

Nei casi di parodontite in fase avanzata, come quello della paziente di questo caso clinico, a lungo andare l’accanimento terapeutico delle cure per la malattia porta inevitabilmente ad una costante e progressiva perdita ossea.

Importante è sapere che continuando a mantenere in bocca denti molto compromessi dal punto di vista parodontale, si rischia di perdere sempre di più l’osso residuo che li supporta e quindi di rendere una eventuale futura chirurgia implantare più difficile. In condizioni di osso residuo scarso vi è sempre il rischio di dover ricorrere ad interventi di innesto o di rigenerazione ossea.

Le fasi dell’intervento

Alla paziente, in sedazione cosciente, sono stati estratti i denti residui e gli alveoli post-estrattivi (le cavità rimaste dopo la rimozione dei denti) sono stati accuratamente ripuliti dal tessuto di granulazione (il tessuto infiammatorio causato dalla parodontite). Subito dopo sono stati inseriti negli stessi alveoli 5 impianti.

Per evitare il riassorbimento della porzione esterna dell’alveolo è stato utilizzato, come da protocollo, del biomateriale. Il fine è quello di preservare la corretta morfologia ossea e di conseguenza la preesistente architettura gengivale.

In questo caso clinico è stato seguito un protocollo di carico immediato post-estrattivo che da anni abbiamo sviluppato e perfezionato nella nostra Clinica al fine di ottenere sempre una protesi sia provvisoria, che definitiva, avvitata.

La protesi con cui riabilitiamo i pazienti nei casi parziali e totali, sia per quanto riguarda la fase provvisoria (protesi a 24 ore dall’intervento), sia per quella definitiva (protesi dopo 6-8 mesi dall’intervento), è sempre avvitata e mai cementata; questo è indubbiamente un’enorme vantaggio in quanto, per qualsiasi evenienza (tipo frattura elementi dentali, controlli sugli impianti ecc.), può essere rimossa da noi semplicemente svitandola con speciali cacciaviti.

la panoramica con gli impianti dentali inseriti nella mascella

La panoramica dopo l’inserimento degli impianti dentali

L’intervento è stato eseguito in chirurgia mini-invasiva, cioè senza scollare le gengive. Questo protocollo chirurgico è molto diverso dalla tecnica All on 4 perché riduce l’invasività. Con il protocollo OnlyOne si garantisce infatti una fisiologica guarigione dei tessuti gengivali e di conseguenza un ottimale risultato estetico con fuoriuscita dei denti dalle gengive naturali del paziente.

Nel giro di 24 ore è stato consegnato un provvisorio fisso avvitato sugli impianti che ha destato nella paziente molta sorpresa e ampia soddisfazione soprattutto dal punto di vista estetico. La signora ha inoltre riferito di non avere sentito alcun dolore sia nella fase intra che post-operatoria.

la situazione iniziale di laura

La situazione iniziale

il provvisorio avvistato dopo 24 ore

Il provvisorio 24 ore dopo l’intervento

il provvisorio dopo gli impianti

Il provvisorio a due mesi dall’intervento (da notare la ottima guarigione dei tessuti gengivali)

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