Atrofia ossea dentale
E’ la perdita di osso alveolare, dovuta a riassorbimento, quando si perdono uno o più denti.
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Che esami servono per valutare?
Nessun odontoiatra con solo una semplice visita può valutare la qualità e quantità di osso residuo a disposizione per scegliere di intervenire con l’implantologia.
Dovrà, senza dubbio, avvalersi di una indagine radiologica.
Vediamo gli esami radiografici in uso in odontoiatria:
1 Ortopantomografia (Panoramica)
Il più comune, che tutti conoscono, è la panoramica (in termini tecnici si chiama ortopantomografia e si abbrevia in OPT).
E’ la radiografia in un solo fotogramma dell’intera arcata dentaria dove oltre agli elementi dentali si possono evidenziare le dimensioni dei seni mascellari, le articolazioni e tutte le strutture anatomiche del cavo orale.
Fornisce però solo una valutazione della quantità di osso residuo presente in altezza, ma non può dare informazioni sullo spessore dello stesso.
2 Radiografia Endorale
Si esegue solitamente una radiografia endorale quando si vuole indagare su pochi elementi dentali (1 2 o al massimo 3). Possiamo definirla una radiografia locale. E’ utile soprattutto per evidenziare patologie del parodonto e la presenza di carie. E’ una radiografia di precisione, serve per visualizzare le zone con un’angolazione più adatta ad ogni dente. Anche questa radiografia, come la panoramica, non consente di valutare lo spessore dell’osso residuo ma di vederne solamente l’altezza.
3 Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)
L’indagine radiologica più approfondita che ci permette di svelare l’altezza e lo spessore dell’osso residuo a disposizione del chirurgo implantologo per l’inserimento di un impianto dentale, è la TAC.
Questa tecnica diagnostica è in grado di associare l’uso del computer a quello dei raggi X e fornisce immagini nitide e particolareggiate del tessuto esaminato.
Nei casi in cui si sospetti una quantità di osso insufficiente o di scarsa qualità, la TAC è indispensabile.
E’ un esame assolutamente non doloroso e ricordiamo che la quantità di radiazioni con le attuali TAC Cone Beam, nate ed utilizzate specificatamente per l’Implantologia e la chirurgia orale, è veramente minima.
Dalla TAC possiamo inoltre creare sul computer con speciali software un modello tridimensionale del cranio del paziente che ci permette di individuare eventuali aree di osso residuo, altrimenti non evidenziabili, su cui ancorare un impianto dentale .
Su questo modello tridimensionale (3D) possiamo simulare l’intervento chirurgico implantare e trasferirlo, tramite speciali dime (mascherine chirurgiche), nella bocca del paziente.
Infine, tramite un sistema di controllo digitale, ideato e brevettato (brevetto internazionale accettato nel marzo 2013) dal Dr. Roberto Villa, oggi, nella nostra Clinica, possiamo prevedere e verificare con estrema precisione, prima della chirurgia implantare stessa, la posizione finale degli impianti progettati tramite chirurgia computer-guidata. Attualmente questo innovativo sistema di controllo digitale è sul mercato con il nome di SafeSurgery Kit.
Se desiderate approfondire l’argomento, potete cliccare direttamente su: Implantologia a carico immediato con poco osso: le alternative all’innesto osseo.
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