Anestesia indolore: nuovo approccio con il laser
Quando un paziente deve affrontare un intervento in uno studio odontoiatrico è del tutto comprensibile che abbia dei timori; può capitare anche che una delle sue paure possa essere proprio l’anestesia.
Indice dei contenuti
Quali sono le ragioni per cui l’iniezione può suscitare paura?
- La fobia dell’ago.
- La penetrazione dell’ago all’interno dei tessuti.
- La dilatazione dei tessuti molli da parte dell’anestetico.
- La dilazione del periostio (membrana di connettivo che ricopre l’osso) e del legamento parodontale (connettivo intorno alla radice dei denti) da parte dell’anestetico.
- Le zone da trattare particolarmente sensibili del cavo orale (es. intorno agli incisivi centrali e laterali superiori ed inferiori).
Esiste la possibilità di evitare questi problemi al paziente?
A. Preanestesia con il laser.
Attraverso una specifica impostazione del laser il medico effettua una preanestesia, non a contatto e assolutamente indolore, intorno alla gengiva del dente interessato.
Il paziente con questa tecnica incomincerà ad avvertire una sensazione di formicolio nella zona trattata che diventerà quasi insensibile. Il medico stabilirà, in base alla percezione del paziente, se è sufficiente un passaggio di laser o sarà necessario ripetere l’operazione. Sottolineiamo ancora una volta che questa procedura con il laser è assolutamente indolore.
La preanestesia con il laser risulta essere sufficiente per piccoli trattamenti odontoiatrici quali curettage delle tasche parodontali, gengivectomie, scopertura di impianti, etc.
B. Anestesia tradizionale
Per interventi più complessi eseguiti in sedazione cosciente, oltre alla preanestesia con il laser, il medico procede con un anestesia tradizionale eseguita seguendo uno specifico protocollo.
Grazie alla preanestesia con il laser il paziente non percepirà più la penetrazione dell’ago all’interno dei tessuti molli, operazione che risulterà quindi essere assolutamente indolore.
Il medico a questo punto inietta l’anestetico all’interno dei tessuti molli in modo lento e costante, evitando così la compressione dei tessuti.
Il paziente alla fine dell’anestesia non avrà sentito praticamente alcun fastidio.
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